CanadaGP istruzioni per l’uso della gara dove Hamilton vinse per la prima volta (e pure Alesi…)

La Formula 1 si prende una pausa transoceanica per volare in Canada, là dove nel 2007 (ormai una vita fa) Lewis Hamilton vinse la prima gara della sua carriera infinita. Dopo quella volta ha vinto altri 6 Gp del Canada, come Michael Schumacher… Certo riuscisse a staccare Schumi guidando una Ferrari… Chance che possa farcela? Poche. Servirebbe un mezzo miracolo. No, uno intero.

Dall’anno prossimo il Canada cambierà slot nel calendario anticiciopando la gara a maggio per unirsi a Miami e razionalizzare il calendario. Un’incognita climatica in più. (vedi calendario)

Il Gran Premio del Canada è il decimo appuntamento della stagione, il secondo in Nordamerica dopo quello di Miami. Montreal è una meta tradizionale: per diversi anni è stata l’unica tappa del calendario in questa parte del mondo ed è uno degli appuntamenti favoriti da piloti e squadre per l’atmosfera che si respira e l’entusiasmo del pubblico canadese: per una settimana tutta la città del Québec è piena di eventi legati al Gran Premio.

  • Per la terza volta nella stagione il tris di mescole più morbido della gamma Pirelli sarà protagonista in pista. Torna quindi all’opera la C6, già usata a Imola e a Monte Carlo, in compagnia delle sorelle C5 (Medium) e C4 (Hard). Si tratta quindi di uno step più morbido in confronto a quanto accaduto un anno fa, quando le tre mescole selezionate furono C3, C4 e C5.
  • Per le squadre e i piloti c’è una nuova opportunità di utilizzare la nuova C6 e di sfruttarla al meglio sulla scorta delle informazioni e dei dati raccolti nelle due precedenti esperienze.
  • Il Circuit Gilles Villeneuve è una pista dove le forze laterali esercitate sui pneumatici sono medio basse; un po’ più intense quelle longitudinali – ci sono dei punti dove le vetture sono sottoposte a brusche decelerazioni e successive accelerazioni – ma comunque non particolarmente elevate.
  • L’asfalto è molto liscio e poco abrasivo e non è mai utilizzato per competizioni automobilistiche al di fuori del weekend del Gran Premio. Il graining, soprattutto nelle prove libere del venerdì, potrebbe farsi vedere ma con il progressivo gommarsi del manto stradale non dovrebbe essere un fattore. L’evoluzione dei tempi è molto rapida, non soltanto da un giorno all’altro ma anche all’interno di ogni sessione.
  • Peraltro, c’è da tener presente la variabile meteo, un jolly capace di sconvolgere il fine settimana in pista: la mutevolezza delle condizioni, anche in termini di temperature, è una delle cifre dell’appuntamento di Montreal.
  • Il Circuit Gilles Villeneuve è una pista semipermanente creata sull’isola artificiale di Notre-Dame, sul fiume San Lorenzo: qui si svolse l’Esposizione Universale nel 1967 e alcune competizioni dei Giochi Olimpici del 1976.
  • L’asfalto è stato completamente rifatto lo scorso anno ma ha mantenuto le caratteristiche di bassa rugosità e aderenza ridotta che lo contraddistinguono da sempre. 
  • È lungo 4.361 chilometri ed è composto da una successione di rettilinei e chicane strette, con 14 curve (sei a sinistra, otto a destra): una vera e propria pista stop&go, dove stabilità in frenata ed efficacia in fase di trazione sono determinanti.
  • I sorpassi sono possibili, anche grazie a tre zone DRS. In particolare, la staccata in fondo al rettilineo che riporta i piloti verso il traguardo è sempre stato il punto più “caldo”.
  • La chicane successiva, dove si può peraltro continuare a sfruttare il DRS usato nella zona di attivazione precedente, è stata spesso teatro di incidenti spettacolari, tanto che la sua uscita fu ribattezzata il “muro dei campioni” dopo che, nell’edizione del 1999, ben tre campioni del mondo – Damon Hill, Michael Schumacher e Jacques Villeneuve – si schiantarono su quel muretto. 
  • Secondo i tecnici del gruppo Brembo, il Circuit Gilles-Villeneuve da 4.361 metri di lunghezza rientra nella categoria dei circuiti altamente impegnativi per i freni. 
  • In una scala da 1 a 5 si è meritato un indice di difficoltà di 4 perché ogni giro presenta 6 frenate della categoria Hard, più 2 Light. 
  • Per 5 staccate servono oltre 80 metri ciascuna e in 4 di esse i piloti sono sottoposti a decelerazioni di almeno 5 g. In un giro i freni sono impiegati per poco meno di 12 secondi e mezzo.
  • La curva più dura del Circuit Gilles-Villeneuve per l’impianto frenante è la 10 in cui le monoposto passano da 292 km/h a 69 km/h in 2,82 secondi durante i quali percorrono 107 metri. 
  • Notevole lo sforzo richiesto ai piloti in quel frangente: 5 g è la decelerazione massima a cui sono sottoposti e 168 kg il carico che devono esercitare sul pedale del freno. La potenza frenante è invece di 2.519 kW.
  • Il Circuit Gilles Villeneuve, lungo 4,361 km, presenta caratteristiche simili a quelle del Baku City Circuit in Azerbaigian. Lunghi rettilinei che richiedono minore resistenza aerodinamica sono intervallati da curve più lente, come chicane e tornanti, che richiedono maggiore carico aerodinamico.
  • ·Le 14 curve del circuito comprendono sei curve a sinistra e otto a destra.
  • ·Questo sarà il 44° Gran Premio di F1 a svolgersi sul Circuito Gilles Villeneuve. Solo Spa, Silverstone, Monaco e Monza ne hanno ospitati di più.
  • ·Diverse curve presentano un doppio cambio di direzione (sinistra/destra o combinazioni destra/sinistra) che richiedono una buona reattività da parte della vettura. Tra queste, le combinazioni che comprendono le curve uno e due, tre e quattro, sei e sette, otto e nove, e la chicane finale tra le curve 13 e 14.

Un anno fa gara bagnata

  • La corsa è iniziata su una pista bagnata. Diciotto piloti hanno scelto di partire con le Intermedie, due – la coppia della Haas – con le gomme da bagnato estremo. E proprio Magnussen e Hulkenberg sono stati i protagonisti della primissima fase della gara: in quelle condizioni la Pirelli Cinturato blu ha offerto un ottimo grip tanto da consentire ad entrambi di risalire velocemente la classifica, con il danese che al giro 3 era già addirittura in quarta posizione dopo essere partito quattordicesimo.
  • L’asfalto è andato però asciugandosi piuttosto velocemente e così i due piloti della squadra americana sono stati i primi ad essere costretti a fermarsi, visto che i loro tempi sul giro si erano alzati considerevolmente, passando alle intermedie.
  • Le Pirelli Cinturato green sono diventate così protagoniste assolute della seconda fase della corsa, caratterizzata dall’alternarsi di pioggia e sole, con la pista che si è andata asciugando soprattutto nella traiettoria ideale per poi ribagnarsi in occasione di un secondo scroscio di pioggia.
  • La maggior parte dei piloti ha approfittato della prima neutralizzazione dopo quaranta minuti dalla partenza per passare ad un secondo set di Intermedie mentre in tre – Ocon, Tsunoda e Bottas – hanno scommesso sulla durata delle loro gomme per provare ad allungare lo stint fino all’arrivo delle condizioni praticabili per le slick. Ciò è avvenuto dopo 42 giri per il finlandese della Sauber mentre il francese dell’Alpine e il giapponese della Racing Bulls hanno aspettato altri due giri. Questi tre piloti sono stati gli unici a completare i settanta giri effettuando una sola sosta.
  • Quando è stato possibile girare con le gomme da asciutto, la maggioranza (14) dei piloti ha preferito la Medium, privilegiando così una migliore fase di warm-up, mentre in cinque hanno scelto la Hard, puntando eventualmente sulla durata, consapevoli che nelle libere anche la Medium aveva sofferto per il graining.

L’anniversario: la prima di Alesi 30 anni fa

  • Jean Alesi è uno dei piloti più amati dai tifosi ferraristi. Merito della sua generosità, della spontaneità e dell’attaccamento al Cavallino che hanno fatto breccia nel cuore degli appassionati, pur se i suoi risultati sono stati inferiori alle attese. 
  • Alesi ha conquistato una sola vittoria in F1, il GP Canada 1995 in cui partì in terza fila. La dea bendata, che troppe volle gli aveva girato le spalle, non gli mise alcun bastone tra le ruote e così il francese di origini italiane salì sul gradino più alto del podio, proprio nel giorno del suo 31° compleanno.

Il suo ricordo con lacrime

  • «Quel giorno volevo vincere. Quando Schumi è entrato ai box per il problema al volante, mi sono trovato in testa e dovevo finire la gara. Mi venne il panico, cominciai a sentire i rumori della mia Ferrari, facevo attenzione alla marcia, alla benzina. Nel frattempo piansi nel casco, ma dovevo contenermi, le lacrime potevano appannarmi la vista».
  • «In Canada è come a Monza, è il posto dei tifosi ferraristi, un onoreaverlo fatto in casa di Gilles. Ricordo il calore quando mi fermai, senza benzina, nel giro di rientro, prima che Schumacher mi riportasse ai box».

Dieci anni d’astinenza Rossa

  • Grazie ad Alesi la Ferrari interruppe un’astinenza di 10 anni al GP Canada. Quel giorno di 30 anni fa Alesi guidava la 412T2 spinta dal motore V12 da 3 litri che erogava 690 Cv. Era una vettura leggerissima rispetto alle monoposto attuali: 595 kg di peso, incluso il pilota. 
  • L’impianto frenante era firmato Brembo ma ai tempi non si prestava attenzione alla ventilazione, anche per la mancanza dell’utensileria necessaria per eseguire le lavorazioni dei componenti: i dischi in carbonio non avevano fori di ventilazione e le pinze monoblocco ricavate dal pieno erano maestose e senza aperture.
  • L’ultimo successo Ferrari al GP Canada risale al 2018, artefice Sebastian Vettel. Quell’anno fu introdotto l’Halo, un aggravio di peso che spinse i team ad individuare nuove aree su cui applicare la cura dimagrante. Anche Brembo lavorò in quella direzione attraverso la miniaturizzazione dei pezzi del Brake by Wire e l’alleggerimento delle pinze in alluminio-litio. 
  • Per ottenere risparmi di peso venne eliminato materiale nelle parti del corpo della pinza meno soggette a stress, conservando però 3 ponti di unione tra i 2 lati dei pistoni al fine di garantire resistenza e rigidità desiderate.

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

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